Torna a Calimera la Festa di San Luigi dei Lampioni e de lu Cuturùsciu. Dal 18 al 21 giugno, le strade della piccola cittadina grika saranno animate e illuminate dalla calda luce dei lampioni di San Luigi mentre la centrale Piazza del Sole sarà teatro di un ricco parterre di eventi musicali.
A Calimera dal 18 al 21 giugno la Pro Loco, in collaborazione con il Comune di Calimera e altre associazioni culturali e sportive del territorio (Ghetonìa, Kalimerìti, Asd La Mandra, Acea, 2HE – Io posso e La Lucifera), organizza la tradizionale Festa di San Luigi dei Lampioni e de lu Cuturùsciu. La celebrazione di questa festa della luce e del fuoco, simbolo di nuova vita e di rigenerazione, avviene in concomitanza del solstizio d’estate e della festa di San Luigi Gonzaga. I lampioni che colorano le vie del paese avvolgendo l’aria di un’atmosfera magica sono costruiti, secondo la tradizione degli anni Sessanta, anni in cui si sono svolte le prime edizioni di quella che era una festa rionale, con canne di legno, spago o fil di ferro e ricoperti di carta velina. Il tradizionale lumicino di fuoco al suo interno è stato sostituito, nel corso degli anni, dalle lampadine fino alle attuali luci a led.
Il calendario della Festa dei Lampioni 2016 è ricco di appuntamenti, occasioni di conoscenza e approfondimento delle tradizioni culturali, ma anche ricreative e di svago. Nella quattro giorni calimerese installazioni con mostre fotografiche e artistiche per le vie della cittadina grika con la riproduzione in loop di immagini storiche del paese, ritratti di un tempo, incastonati nella comunità di oggi. Arriva alla seconda edizione il Concorso Fotografico “La luce dei lampioni” organizzato dal gruppo culturale “Kalimerìti ambrò pedìa”, aperto a fotografi esperti e provetti. Sabato 18 giugno, la festa si apre con l’esibizione alle ore 22 degli Allabua, storico gruppo di musica popolare, nei giorni immediatamente successivi all’uscita del loro ultimo lavoro in studio “Salenticidio”. Giornata ricca di appuntamenti quella di domenica 19 giugno. Alle ore 21 giungerà in paese “La Lucifera” una carovana di biciclette “lampionate” organizzata dalle associazioni ViaggieMiraggi Puglia e Contropedale. In serata, alle ore 22 circa, il gruppo Folkalore si esibirà in concerto. Lunedì 20 giugno la Piazza e il palco di Calimera vedranno protagonisti i ragazzi e i musicisti della Ragtime Bubu Band in concerto. Nella serata finale, martedì 21 giugno, alle 18.30 celebrazione della santa messa, presso la chiesetta della Madonna Addolorata in via Costantini, stradina storica adiacente alla centrale Chiesa Madre.
Alle ore 19 partirà la “Staffetta dei Lampioni”, a cura dell’associazione sportiva ASD La Mandra, lungo il suggestivo percorso delle vie del paese con partenza e arrivo in Piazza del Sole e, alla stessa ora, due eventi concomitanti: la band itinerante Zagor Street Band allieterà con la musica di strada, il Teatro dei burattini per grandi e piccini, curato dal Ghetonìa in via Costantini. Alle 22.00 poi, dall’interno della cassa armonica fluttueranno nell’aria le note di Cesare Dell’Anna e GirodiBanda accompagnate dall’estro delle voci di Antonio Castrignanò, Enzo Petrachi, Irene Lungo e Cristoforo Micheli.
«Oltre agli stand enogastronomici che accompagnano tradizionalmente le nostre feste popolari, per la Festa dei Lampioni Pro Loco Calimera punta da sempre sulla qualità musicale dell’evento – spiega Vincenzo Garrapa, presidente della Pro Loco Calimera – Grazie al lavoro e al costante impegno dei soci nella costruzione dei lampioni e negli stand gastronomici siamo riusciti ad ottenere un forte riscontro di pubblico nel corso degli anni fino ad imporci come l’evento di apertura dell’estate griko salentina». «La festa di San Luigi e dei Lampioni si è consolidata negli anni come il più atteso appuntamento di apertura dell’estate salentina – rimarca Francesca De Vito, sindaca di Calimera -l’appuntamento con l’arte e la dedizione di tanti cittadini che per mesi sono impegnati nella costruzione creativa dei lampioni sotto la guida sapiente dei maestri della Pro Loco e del Ghetonìa e che colorano le vie del paese. Quest’anno la tradizionale festa si è arricchita anche dell’estro di tante associazioni che in maniera volontaria stanno contribuendo alla realizzazione dell’evento. È da questa coralità, da questa partecipazione che nasce l'impulso per nuovi percorsi di sviluppo della nostra comunità».
In occasione della festa di San Luigi dei Lampioni Casa Museo della Civiltà Contadina e della Cultura Grika sarà aperto dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 24.00.
Info: prolococalimera@libero.it; tel. 392.6613336 / 0832.872412; pagina Facebook: Pro Loco Calimera.
I LAMPIONI, DALLA TRADIZIONE AD OGGI
La Festa dei Lampioni è una tradizione che si perde nel tempo. Alcuni prototipi sono stati ritrovati in Cappadocia e nell'antica Grecia, di origine millenaria. Le canne venivano raccolte durante l'inverno e lasciate essiccare nella bella stagione. “Era una festa particolare quella dei Lampioni, con i preparativi che cominciavano già alcuni mesi prima. Un tempo i ragazzi, raggruppati per strade, si organizzavano dividendosi i compiti all'interno del gruppo: qualche ragazzo andava in campagna a raccogliere e pulire delle canne da palude (kalàmia) che venivano poi tagliate a listelli, qualcun altro procurava farina dalla dispensa della madre, altri infine giravano per le case con una figurina di Sant'Antonio o San Luigi a chiedere un piccolo obolo. Con i denari raccolti si acquistava carta velina colorata. Si preparavano quindi con le canne delle forme geometriche come le stelle, oppure si lasciava sbizzarrire la fantasia: navi, aerei, campanili, nascevano per incanto e venivano rivestiti con la carta colorata, fermata con la farina bagnata, collante a buon mercato. Le opere erano grandi anche cinque, sei metri e, una volta ultimate, venivano nascoste per essere poi, all'ultimo momento, appese per strada a dei fili tesi di traverso e rivestiti di edera. All'interno dei lampioni si accendevano delle candele e la luce passava attraverso la carta velina; il risultato era un cielo appeso dai mille colori, un mondo di fiaba dove il sogno era interrotto, di tanto in tanto, per qualche lampione mosso dal vento che andava in fiamme. I lampioni che intanto non erano andati a fuoco, venivano poi bruciati tutti assieme a conclusione della festa”. (tratto da “Ellenofoni di Puglia”- Ed. Ghetonìa). Negli anni alla luce della fiamma è andata sostituendosi quella delle lampadine e, di recente, dei led. La tecnica di costruzione è rimasta identica, ad eccezione delle colle, utilizzate tra quelle in commercio, per avvolgere con la velina colorata le canne piegate. A Calimera è tradizione fiorente fino alla metà degli anni Sessanta. Il boom economico fa mettere da parte questa tradizione, prevalentemente di origine contadina, fino agli anni Ottanta quando il Circolo Culturale Ghetonìa ne riprende la costruzione, in occasione della Festa di San Luigi. Alla fine degli anni Novanta per alcuni anni la produzione dei tipici lampioni e l'addobbo delle vie del paese, in occasione della festività del santo, vengono interrotti, per essere rilanciati dalla Pro Loco che abbina i lampioni alla degustazione del tipico Cuturusciu.
LU CUTURUSCIU
Da qualche anno alla Festa dei Lampioni è stata associata la promozione di un prodotto locale le cui origini si perdono nel tempo, lu cuturusciu, un tarallo morbido condito con olio e pepe che è stato inserito nell’elenco nazionale dei prodotti tipici tradizionali (PAT, n. 149 Regione Puglia). Lu cuturusciu veniva realizzato dalle donne calimeresi recuperando la pasta che restava attaccata alle pareti della madia. Insufficienti per costituire una panetto ma abbastanza preziosi per non essere gettati via, questi “scarti” di lavorazione, destinati ad indurire leggermente sulla superficie interna della madia, venivano abilmente reimpastati con un filo d’olio in più, un pò d’acqua per ammorbidire, sale grosso e pepe per insaporire. Dritti in forno in attesa di essere gustati. L’antica e umile tradizione è traccia storica indelebile di tempi in cui era necessario utilizzare al meglio tutte le risorse alimentari disponibili. Un prodotto semplice che Calimera sta cercando di preservare, che riempie le strade delle feste di giugno, quella dei Lampioni e di San Luigi Gonzaga, di quell’aroma che colma ogni spazio, che attiva tutte le papille gustative per prepararle al lieto evento, mangiarlo!
SAN LUIGI, LA STATUA DI CALIMERA
Opera del maestro cartapestaio leccese Achille De Lucrezi, risalente ai primi del Novecento, la statua di San Luigi Gonzaga conservata a Calimera si differenzia notevolmente dalla figura tradizionale del santo. Restituita nella sua bellezza alla comunità calimerese in occasione della festa di San Luigi del 2015, grazie alle cure della dottoressa Mariana Cerfeda, la statua venne costruita grazie alla volontà delle tabacchine calimeresi che si prodigarono nella raccolta fondi. Il parroco don Cesario Gabrieli all’epoca della conclusione dei lavori del cartapestaio, scrisse: «Il teschio ai piedi, il rosario a’ fianchi, il giglio e il crocefisso nella mano, l’occhio al cielo, questo San Luigi vero, vivo, semplice, armonico, bello ci fa credere in Dio, ce lo fa amare». In questa statua, giunta a noi priva del teschio, arte e fede glorificano pienamente San Luigi.